L'OCCULTAMENTO DELLA MORTE E DELLA SOFFERENZA
Sappiamo tutti che moriremo o che andremo incontro a della sofferenza, e che prima vedremo morire/soffrire qualcuno accanto a noi. Eppure questo non ci prepara... all’interno di un’epoca, la nostra, che ha rimosso l’idea della morte, di malattia, di sofferenza. In realtà, come insegna lo scrittore Dino Baldi: “La capacità di dialogare con la morte è il miglior indicatore del livello di civiltà di un’epoca” insieme alla Death Education.
Occorre imparare ed insegnare che la morte, la sofferenza, in fin dei conti, non è l’opposto della vita. Semmai è una delle tappe della vita stessa, come scriveva Montaigne: “Chi insegna agli uomini a morire, insegna loro a vivere”. La morte perciò insegna a vivere, dà una direzione alla vita, fa luce su ciò che si è e ciò che si vuole. Prendere coscienza del fatto che la nostra vita è limitata ci fa capire quanto ogni istante che viviamo, proprio perché unico e irripetibile, sia preziosissimo e ogni attimo vissuto con amore sia sacro.
COME SUPERARE IL LUTTO
Elaborare il lutto di una persona cara è una delle esperienze più devastanti che la vita possa riservarci. Non è un caso che la parola “cordoglio” derivi dal latino cor-dolium e significa “cuore che duole”. Chi subisce una perdita è come se avvertisse la trama della sua vita squarciata, con un PRIMA e un DOPO. Il nostro vissuto, le nostre emozioni, la percezione della nostra realtà, vengono modificate e nulla risulta essere come prima.
CONCEDERSI IL DOLORE
Sembrerà paradossale, ma «La cura per il dolore è nel dolore», disse una volta Rumi, un famoso poeta persiano che con la sua saggezza ha voluto rivelarci il segreto per affrontare il dolore. Concedersi il dolore, viversi fino all’ultima lacrima, serve per canalizzare la disperazione. Più la disperazione si combatte più prende spazio dentro e fuori…
COSA FA L'UOMO MODERNO DI FRONTE AL DOLORE?
1. cerca di non pensarci;
2. soffoca le emozioni che prova;
3. adotta la modalità dello “struzzo”: non voglio vedere;
4. impegna tempo ed energie in altre attività, nel lavoro ad esempio..., per non vedere, pensare, sentire....
5. copre con la rabbia tutto ciò che non può cambiare e che non accetta (un forte dolore);
L'EFFETTO?
Essere inchiodati ancora di più a quel ricordo, a quel dolore, a quella sofferenza non espressa, mi illudo che così facendo passi, quando in realtà non faccio altro che alimentarla. Quando si cerca di inibire l’emozione dolorosa, di soffocarla o di minimizzarla, paradossalmente, ci si ritorce contro, il dolore imparerà presto a nuotare e diventerà eterno presente.
COSA PUOI FARE PER ELABORARE IL LUTTO? E... SE SEI TU NELLA MALATTIA?
È terapeutico dedicare uno spazio al tuo bisogno di disperarti, armati di carta e penna per descrivere la tua disperazione, la preoccupazione, la rabbia.. di getto.. senza rileggere! perché buttare fuori può aiutarti a dedicarti nel modo più appropriato al tuo caro.
Il dolore deve essere sempre ascoltato. È fondamentale dargli uno spazio e un tempo per permettergli di “decantare”, un appuntamento quotidiano per incontrare il dolore. Concedersi al pianto e alla disperazione, toccare il fondo per prendere la spinta e risalire. Solo così le ferite aperte possono diventare “cicatrici”.
SE INVECE... DEVI ACCOMPAGNARE UN FAMILIARE NEL TUNNEL DELLA MALATTIA?
Quando una persona cara soffre, diventa difficile affrontare un discorso, anche il più semplice. Tutto diventa difficile, domande, risposte, anche dirsi ti voglio bene... tutto è pesato e soppesato.
“Non si può non comunicare” ci ricorda il primo assioma della comunicazione (Watzlawick, P., Beavin, J.H., Jackson, Pragmatica della comunicazione umana), e racchiude l'essenza dell'importanza delle parole, dei gesti, della postura, dello sguardo di chi accompagna, di questo prendersi cura dell'altro... e se l’accompagnamento è vero, la persona ammalata e chi la accompagna si prendono cura l’uno dell’altra reciprocamente, si fanno cioè, come evoca la parola, “compagni” di viaggio, accompagnatori e accompagnati.
... Se senti la strada troppo in salita, NON ASPETTARE chiedi una consulenza.
Watzlawick, P., Beavin, J.H., Jackson, D.D. 1967. Pragmatica della comunicazione umana. Roma: Astrolabio, 1971
Cagnoni, F., Milanese, R. (2009). Cambiare il passato. Superare le esperienze traumatiche con la Terapia Stategica. Ponte alle Grazie Editore.Chiodini M., Meringolo P. (2016) Che le lacrime diventino perle. Firenze. Ponte alle Grazie.
Kubler-Ross E., (1990). La Morte e il morire, Assisi: Cittadella, 6° ed.
Krull, S. (2008). Come Affrontare la Perdita di una Persona Cara. Un percorso emozionale consapevole e attivo per elaborare il lutto. Il Punto d’Incontro Editore.